San Charbel e i pesci che fanno acqua da tutte le parti

di Giuseppe Signorin

Convinto che fosse Star Wars, ho guardato un po’ di episodi di Star Trek, ultimamente. Non sono mai stato un appassionato di fantascienza, a parte la musica psichedelica e il surrealismo, ma lì si tratta di altri viaggi. Comunque, quando si esplorano territori sconosciuti, c’è sempre un po’ di “misticismo”.

The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths, che tradotto dalla lingua madre di mia moglie significa: «Il vero artista aiuta il mondo rivelando verità mistiche», è il titolo di un’opera dell’artista americano Bruce Nauman, una scritta di luci al neon sui toni dell’azzurro dentro una spirale rossa. In effetti, un vero artista non può che essere spinto a esplorare territori sconosciuti, come il capitano Kirk, e quindi, che lo voglia o no, si ritrova spesso ad avere a che fare con cose “mistiche”.

Bruce Nauman è uno dei nomi più importanti nella scena dell’arte contemporanea e ha sempre sperimentato con i linguaggi e con tutto ciò che riguarda l’esistenza: dai movimenti del corpo ai suoni, fino agli animali. Oggi ha una certa età e somiglia a Clint Eastwood. È un duro, ma non disdegna le camicette hawaiane. Vive separato dal mondo e gli piacciono i cavalli come a Giovanni Lindo Ferretti e i pesci come a Gesù Cristo, tanto che ha realizzato una fontana con cento sculture ittiche che schizzano acqua da tutti i pori: One Hundred Fish Fountain. (A questo link il video dell’installazione).

Noi cristiani siamo sia pescatori sia pesci. Come pescatori, siamo pessimi – si sa che il Capo non sceglie mai i migliori. Come pesci, siamo pesci fuor d’acqua (sostiene mia moglie). E arriviamo a Charbel Makhluf, santo monaco maronita vissuto nel XIX secolo in Libano, più solitario di Clint Eastwood e Bruce Nauman messi insieme, secondo le cui parole (almeno stando alla mia interpretazione…) dobbiamo essere anche pesci che fanno acqua da tutte le parti: «Non temete il fuoco, che è capace di sciogliervi per trasformarvi in acqua di vita che bagna la terra. Il vostro amore sia come l’acqua che penetra ovunque». Forse il paragone è azzardato, ma osservando la fontana di pesci che perdono acqua di Bruce Nauman, mi è venuta in mente questa cosa qui, di Charbel Makhluf, che ci invita a lasciarci sciogliere e “perdere” acqua per bagnare la terra. (Però dev’essere acqua di vita e c’è una sola sorgente da cui la possiamo attingere: il Cristo).

Per finire, restando in tema, qualche altra parola davvero stupefacente (altro che musica psichedelica e surrealismo) del santo libanese, nella cui vita l’acqua ha avuto un ruolo importante, non solo perché una notte la sua lampada a olio, riempita per scherzo di acqua (scherzi da monaci), funzionò ugualmente, ma perché la sua riflessione si è spesso concentrata su questo tema: «La goccia non può essere un fiume, nemmeno se contiene tutto ciò che costituisce il fiume. Quest’ultimo è formato da tante gocce d’acqua che seguono tutte lo stesso movimento. La singola goccia d’acqua insieme alle altre forma un fiume, ma fuori di esso non è che una goccia. Tendete l’orecchio al processo dell’universo di cui fate parte, e sentirete che è in pellegrinaggio verso il cuore del Padre, come il fiume che scorre verso il mare. Non accettate di starne al di fuori. La goccia d’acqua che esce dal corso d’acqua non può riversarsi in mare» (da Parole di San Charbel).

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