Forse perché non ci sono ancora arrivati bambini e sentiamo tutto il peso di questa mancanza, forse per la devozione speciale a santa Teresina di Gesù Bambino, la cui “piccola via” è un invito ad affidarsi a Dio come bambini, forse per i tanti drammi che stanno coinvolgendo i bambini, una vera e propria strage degli innocenti – il numero impressionante di aborti, l’utero in affitto, il “gender“, la terribile vicenda “Angeli e demoni”, le vite ritenute “futili” come quella di Alfie Evans (cosa che non riguarda solo i bambini, pensiamo a Vincent Lambert, per esempio, in una situazione analoga), per limitarci ad alcuni fenomeni tristissimi dei nostri giorni nel “ricco” ed “emancipato” mondo occidentale – insomma, il tema dei “bambini” lo sentiamo vicino e urgentissimo, e se nel nostro primo mini album Quando saremo piccoli c’erano già diversi riferimenti, in Mienmiuaif Cake sono aumentati, in particolare in una canzone inedita che è un po’ un manifesto del nostro progetto musicale: Gesù Bambino.

L’abbiamo scritta perché sentiamo il bisogno di Gesù Bambino. Senza di lui, senza un Dio che si fa bambino per noi, siamo nulla. Siamo nulla perché iniziamo subito a sentirci chissà chi. Ci siamo dimenticati di Dio, ma ci siamo dimenticati ancora di più di quel Dio che si è fatto bambino e che facendosi bambino ha attirato l’attenzione di tutto il mondo sui bambini, sulla loro bellezza, sulla loro innocenza, dignità, sul senso di meraviglia che suscitano. E non importa che siano ancora nella pancia della mamma o già fuori, in mezzo a noi, e possiamo vederli, i bambini sono sacri, sempre, com’è sacra ogni vita umana, e va custodita, ma la nostra società è così appesantita, così stanca, così vecchia e piena di superbia per quello che ha e che crede di aver ottenuto da sola, da non accorgersi neppure più di quello che le manca.

Ci manca Dio, ci manca tantissimo, ci manca quel Dio che è venuto in mezzo a noi strillando come un bambino, facendosi coccolare come un bambino dalla sua Mamma, guardandola come solo un bambino sa guardare la sua mamma. E dovremmo avere il coraggio di farci coccolare anche noi dalla sua Mamma, di guardarla anche noi in quel modo, di ascoltarla, lei che da anni, in maniera meravigliosa, sconvolgente, quotidiana, normale e allo stesso tempo soprannaturale, da diversi luoghi della terra – da quella Medjugorje a cui siamo tanto affezionati – continua a chiederci di tornare a Dio, di avere una relazione con chi ci ha creati, di non dimenticarlo, anzi, di stargli appiccicati come bambini se non vogliamo perderci. Perché oggi è facile perdersi.

Gesù Bambino, nella forma e nel contenuto, è una canzone semplice, “piccola”, nel senso che spieghiamo nel libro che non ti insegna a cucinare, idealmente abbinato al disco, riferendoci all'”estetica” della nostra musica. Piccola ma allo stesso tempo pesante. Almeno nelle nostre intenzioni. Da un lato è un pezzo quasi “dance“, dall’altro è una preghiera. Da un lato va ballata (ma non come si balla nei rave party, piuttosto come si balla all’asilo, o al centro anziani – su questo potete prendere esempio dallo pseudo chitarrista se vi capita di vederlo all’opera), dall’altro va pregata, almeno nel ritornello: “ma senza di Te siamo nulla, Gesù Bambino tienici tutti nella tua culla”. Oggi più che mai sentiamo il bisogno di stare con Gesù Bambino, lì con lui, senza staccargli gli occhi di dosso, in adorazione, perché ci servono la sua luce e il suo stupore in mezzo a tante tenebre e orgoglio.

Gesù Bambino vuole essere un inno alla vita, un inno ai bambini, alla loro bellezza e genialità, alla loro creatività, perché tutti i bambini sono poeti e artisti (è nota la frase attribuita a Pablo Picasso: “A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”). Come dovrebbe esserlo ogni cristiano con la sua vita.

Ogni bambino è Gesù Bambino.

Il nostro disco-torta “Mienmiuaif Cake” 🍰 è finalmente realtà. Dopo tanti mesi di lavoro, il cd è finalmente disponibile nel sito della DiPeso Records (la nostra etichetta discografica), oppure ordinabile in libreria.

L’album in formato  digitale è invece presente in tutti gli store del pianeta 🤙😎 Qui sotto alcuni link dove acquistarlo e ascoltarlo:

I primi discordanti commenti a “Mienmiuaif Cake”:

  • “È meglio la torta della nonna”, Gino (umarell, appartenente alla specie degli anziani che ammirano i cantieri)
  • “Segretamente, mi piace”, Asia (femminista che preferisce restare anonima)
  • “With a little bit of prosecco, this is the end” (“con un po’ di prosecco, è la morte sua”), Jim Morrison (cantante dei Doors)
  • “Belli gli attimi di silenzio fra un pezzo e l’altro”, John Cage (compositore e teorico musicale d’avanguardia)

 

Ringraziamo tutte le persone che ci hanno dato una mano e hanno reso possibile questo disco – i “raiser” che hanno contribuito alla raccolta fondi su Musicraiser (fra cui i super “benefattori” col pacchetto che prevedeva i ringraziamenti pubblici, stragrazie! Matteo Zeni, Paolo Pellizzari, Maria Silvia Cirelli, Giovanna Galbariggi, Fiorenza Rocca, Davide Bianchi, Daniele Gagliardi, Claudia Baglioni, Daniela Parente, Debora Vezzani, Massimiliano Beltrame, Alberto Prada, Chiara Di Giovanni, Chiara Zaltron, Matteo Danese, Federica Maria Di Giovanni, Francesco Lora, Francesco Puglisi, Gianluigi Veronesi, Giulia Fruscalzo, Giulia Sinico, Giuliana Molinari, Ilda La Mura, Laura Fongaro, Lorenzo e Alessia, Mario Gallitognotta, Montecatini Professional, Paolo Zordan, Piergiorgio Marasi, Vincenzo Cangemi, Andrea Albiero, Giacomo Rossettini, Giovanni Biolo, Giovanni Affinita), Federico Lopez e Sopralenuvole Music Studio per gli arrangiamenti e la produzione in studio, la DiPeso Records per il super lavoro di promozione e distribuzione che stanno facendo, e gli amici dei Reale, in particolare Ale che ha cantato con noi il singolo “Adorarti oggi Dio”.

(Per una maggiore incomprensione dell’album, consigliamo la lettura del libro omonimo “Mienmiuaif Cake. Il libro che non ti insegna a cucinare”. Yo)

Di seguito un estratto della recensione al primo cd dei Mienmiuaif, “Quando saremo piccoli”, scritta dall’amico fra Iacopo Iadarola. A questo link il testo completo uscito nel sito dei Carmelitani Scalzi del Veneto

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Ma, anche se non viene esplicitamente nominata, a mio parere è lo spirito di S. Teresa d’Avila che fa maggiormente capolino in questo piccolo gioioso album. Una delle caratteristiche più salienti del carisma fondazionale della nostra Santa Madre, infatti, è consistita proprio nello stile delle “ricreazioni” che voleva per le sue monache e per i suoi frati. Tanto più austera e contemplativa doveva essere la vita dei carmelitani e delle carmelitane da lei riformati, quanto più nelle ricreazioni si doveva garantire uno spazio di serena libertà, sano divertimento, umile creatività. Ne sono prova le numerose canzoni e poesie composte da lei stessa e dalla sue monache per ravvivare questi momenti, che nello spirito e nella (non) forma ci ricordano molto alcuni pezzi dei Mienmiuaif. Come la nostra band canta le gioie, le fatiche e gli eroismi quotidiani del matrimonio cristianamente vissuto (mio nonno e mia nonna erano più avanti / si amavano fino in fondo senza i guanti), così s. Teresa e le sue monache mettevano in musica, con semplicissime melodie improvvisate, le gioie e le fatiche e gli eroismi quotidiani della vita consacrata. “I fioretti di Teresa d’Avila” riportano numerosi esempi di quanto S. Teresa tenesse a questo stile, al punto di suscitare in una sua monaca queste parole: “invece di farci ballare, la Madre farebbe meglio a chiamare un predicatore”; o ancora quando, in occasione di un giorno di festa nel Carmelo di Medina, in cui aveva composto alcune strofette spirituali che le monache avrebbero dovuto cantare durante la ricreazione, una di loro rispose: “Adesso ci chiamano a cantare! Fosse almeno per contemplare!”. E in casi come questi S. Teresa non mancava di redarguire le consorelle recalcitranti, facendo loro severamente notare come dietro i loro seriosi spiritualismi ci fossero soltanto orgoglio e autoreferenzialità, mentre l’obbedienza e l’umiltà, fondamento di ogni vita contemplativa, stavano proprio nella capacità di stare semplicemente insieme, anche se fra canzoni scanzonate e ricreazioni un po’ chiassose. Celeberrima, infine, la canzone da lei composta – raccolta in ogni edizione ufficiale delle sue poesie – per scacciare le tarme che minacciavano di infastidire le monache del Carmelo di S. Giuseppe di Avila (State forti, figlie mie / se davver la croce amate / contro bestie così rie / il Signore supplicate!).

Questo per chi pensasse che i testi dei Mienmiuaif, che trattano di cereali, di pigiami, dei tergicristalli della panda, di ciabatte, di frigoriferi e di altri elementi di cui è costellata la loro vita matrimoniale, trattino di cose di poco conto. Sempre S. Teresa d’Avila, Dottore della Chiesa, ci ha insegnato una volta per sempre che “Dio si aggira fra le pentole”. E ben venga allora chi ci ricorda, accordandolo sulla chitarra, questo profondo mistero quotidiano che abita i nostri cuori di cristiani; chi ci ricorda, cantandolo ad alta voce, la sublimità di ogni vocazione, tanto matrimoniale quanto consacrata.

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