Cavallette che partoriscono e la ricetta gender di Benedetta Parodi

Lettere a una moglie 2 di Giuseppe Signorin

Sei venuta da me tutta trafelata perché avevi visto una cavalletta partorire, amore mio. Mi hai detto che ce n’era anche un’altra. Sulla finestra. Sono rimasto sbigottito. Sono corso a vedere. Non capivo. Guardavo e non capivo. «Ma sei sicura che stia partorendo?». Siccome la realtà non è abbastanza chiara, sono andato su Google perché mi è venuto un dubbio: ma le cavallette non depositano le uova? Le cavallette su Google sì. «E allora secondo te cosa sta facendo?». «Di sicuro non sta partorendo. E poi, se partorisce, la cavalletta junior dove va a finire, cade a terra?». Per qualche istante, nel pianeta terra, le cavallette hanno partorito. So bene quanto le tue certezze modifichino la realtà. Grazie a Dio c’è Google. Questo per dire che il tuo umorismo è geniale e assoluto. E siamo invasi da cavallette. Sui muri, sulle finestre. In agguato, appena usciamo dalla porta sul retro. In agguato, appena usciamo dalla porta davanti. Cosa abbiamo combinato per meritare l’ottava piaga d’Egitto in provincia di Vicenza? Saltano da tutte le parti. Potremmo farle saltare in padella. Hanno il contenuto proteico di una bistecca (fonte Ansa) e pare che siano pure buone da mangiare, magari fritte: Giovanni Battista ne era ghiotto e si dice che in futuro torneranno di moda. Insomma, le interpretiamo come un castigo o una leccornia? Io preferisco il melone, soprattutto d’estate, ma non diamo nulla per scontato. Pensa al porridge, non avrei mai pensato di affezionarmici. Sì, mi sto arrampicando sugli specchi, come la cavalletta pseudo partoriente sul vetro della finestra. Ma non so come dirtelo, che sei diventata bravissima a cucinare. Sono giorni che mi chiedi di comunicarti questa cosa. Spontaneamente. Di più, te la comunico pubblicamente: in cucina, amore mio, stai diventando veramente super. È importante comunicare, fra marito e moglie. E poi tutti devono saperlo: mia moglie è una cuoca eccellente! Anche l’ultima torta gender, il tiramisù senza niente che ricordi un tiramisù ma tutto che ricordi una cheesecake alle fragole, che secondo la ricetta di Benedetta Parodi però è un tiramisù… Insomma, buonissima, amore mio. Ti perdono l’ideologia gender applicata all’arte culinaria. E l’insalata di riso. Per non parlare delle vellutate. A dire il vero, fin dall’inizio del nostro matrimonio il tuo talento tra i fornelli aveva dato segni di vita, sciocco e crudele io a non essermene accorto. Le notissime “patate all’Anita”, che secondo una canzone sessista dei Mienmiuaif sono una “specie di purè”, erano un primo indizio. Ma il talento è pericoloso: ci vuole tanta umiltà, ad accompagnarlo. Perché il dubbio può sorgere: non è che ti sei montata la testa e stai allevando tu tutte queste cavallette per farmi qualche manicaretto? Che Dio abbia cura del mio regime alimentare e Giovanni Battista non interceda troppo. Ti amo.

 

Se ti è piaciuta la lettera, vuoi aiutare i Mienmiuaif e sei interessato al “prequel”: Lettere a una moglie 😎

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1 Comment

  1. per me rimane un mistero sul perché le donne hanno un talento spontaneo per l’arte culinaria; per arrivare allo stesso livello un uomo deve specializzarsi e diventare un Cuoco stellato. Banalità forse, ma anche se mi cimento di varie specialità, devo leggermi un manuale, studiare scientificamente e chimicamente i vari reagenti, pesare al gr. per non sbagliare le dosi e non distrarmi; invece vedo spesso le cuoche che fanno da mangiare per vari eventi ad un convento vicino (studentesse, impiegate, dottoresse, mamme, …) che fanno tutto con naturalezza, un po’ di questo, un po’ di quello, nel mentre una chiaccherata, risate: una bellezza particolare.

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