Maria, antidoto alla superbia

di Giuseppe Signorin

Il peggior veleno? La superbia. Fin dall’Eden, quando ci siamo fatti infinocchiare dal serpente per diventare come Dio. Se mancare di confidenza con Gesù è un grosso limite, eccedere, rischiando di sminuirne la grandezza, trattandolo quasi da pari, come se tutto ci fosse dovuto, non è il massimo. Anche per questo, Maria, la Madonna, è imprescindibile per un cristiano. Dio ha voluto che Cristo venisse al mondo attraverso il “fiat” di una ragazzina di Nazareth, che s’incarnasse attraverso il suo corpo e poi crescesse “in sapienza, età e grazia”, come ci racconta san Luca, sotto il suo sguardo. Non è venuto direttamente. Così è accaduto la prima volta e così accadrà sempre. Per ogni uomo. Come spiega bene san Luigi Maria Grignion de Montfort nel suo “Trattato della vera devozione a Maria”, la via perfetta per arrivare a Dio è solo la Madonna. La via perfetta perché la più umile, di chi chiede aiuto a qualcuno migliore di sé per entrare in contatto con l’Onnipotente, con l’infinitamente grande e infinitamente piccolo, l’inimmaginabile. Gesù Cristo, il Messia, vero Dio e vero Uomo, il cui mistero è così semplice e allo stesso modo così insondabile per dei moscerini come noi, si può raggiungere in maniera molto più perfetta tramite Maria. Maria non toglie spazio a suo Figlio. Maria è tutta di suo Figlio. Stare con lei è stare con suo Figlio, perché lei è sempre insieme a suo Figlio. Passare per Maria ci aiuta a tenere la cresta un po’ più bassa e arrivare a Gesù Cristo al massimo delle nostre potenzialità umane. Di più. Dio ha voluto che fosse Maria a schiacciare la testa al serpente, perché per il serpente è ancora più umiliante venire sconfitto da una creatura umana. Per tenere a bada il diavolo, Dio ha scelto Maria. Il diavolo non la sopporta proprio. Non la può vedere. Il frutto peggiore del diavolo, la superbia, si tiene a bada stando appiccicati a Maria. Sgranare spesso e volentieri (ma anche se non se ne ha voglia) il Rosario, aiuta a tenere distante il serpentaccio sempre in agguato. Chiesero a san Pio: “Padre, ma perché tanti Rosari?”. Rispose il frate di Pietralcina: “Uagliò, la corona del Santo Rosario è un’arma; se non spari tu, spara quell’altro!”. L’inizio del mio cammino di conversione è stato innescato da un problema di natura spirituale, in termine tecnico una “vessazione”. Un problema, insomma, con quello di sotto. Chi sperimenta certe cose, conosce bene il ruolo della Mamma. E del Rosario. Il Rosario guarisce. Ai pavoni come me, Dio dimostra il suo immenso amore soprattutto indirizzandoli a Maria. Recitare il Rosario in chiesa, magari attorniati da magnifiche ultra ottantenni, regala brividi che nemmeno rapinando una banca. “E se qualcuno mi vede?”, pensavo sempre (e qualche volta penso ancora). Per il mondo il Rosario è una lagna. Una cosa inutile. Tempo perso. Stare con Maria insegna ad avere coraggio, ad andare controcorrente. A non ascoltare il mondo, le sue seduzioni, le sue follie, il suo principe. Maria è la Regina degli angeli e dei santi, ci trascina controcorrente senza che neanche ce ne accorgiamo. Maria è l’ascensore che ci porta prima e in maniera perfetta a Dio.

 

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3 Comments

  1. In effetti, prima avevo vergogna a stare in chiesa con le ultraottantenni.
    Non ho mai partecipato a Rosari in chiesa.
    A malapena lo prego in casa. Mi piace pregare il Rosario e sto valutando di fare il grande passo, cioè di recitarlo in chiesa.
    Chissá…magari,potrei fare amicizia con qualcuno che ama pregare il Rosario. Così da farlo diventare una bellissima abitudine quotidiana.

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