Carlo Acutis non era normale per niente

di Giuseppe Signorin

Carlo Acutis era un ragazzino normale. Con le scarpe da ginnastica. Continuano a ripeterlo, io spero solo per far capire che la santità è alla portata di tutti, che tutti possono diventare santi, a qualsiasi età, in qualsiasi momento. E questo è verissimo. Il timore è però che il concetto si stia traducendo così: Carlo Acutis era un ragazzino normale, con le scarpe da ginnastica, quindi è sufficiente comportarsi in maniera normale, con le scarpe da ginnastica, e vivere come vivono tutti, per andare in Paradiso.

Ma Carlo Acutis non era normale per niente: sì, indossava le scarpe da ginnastica, ma cosa doveva mettersi ai piedi, un paio di sandali greco-romani come forse i martiri dei primi secoli? Carlo Acutis era uno con le scarpe da ginnastica, ma con le scarpe da ginnastica ci andava ogni giorno in chiesa ad adorare Dio e a partecipare alla Santa Messa. A quell’età… E poi pregava e consigliava di pregare il Rosario e aiutava i poveri, gli ultimi, chiunque incontrasse per strada.

Carlo Acutis era addirittura uno che faceva i “fioretti”: un millennial che fa i fioretti?! Ma quando mai? I fioretti sono sacrifici, rinunce, a favore di qualcun altro, qualcosa di assolutamente soprannaturale: quale ragazzino normale della sua età con le scarpe da ginnastica fa cose del genere? Carlo Acutis era uno che proponeva di confessarsi una volta a settimana, per sbarazzarsi anche dei peccati veniali: nemmeno la Madonna a Medjugorje osa tanto!

Carlo Acutis era uno che organizzava mostre più scioccanti di quelle di Damien Hirst, con squali e mucche in formaldeide dentro teche di vetro: Carlo Acutis andava oltre, esibiva la gloria di Dio esponendo tutta una documentazione sui miracoli eucaristici, cioè Dio che si fa Ostia per nutrirci e in certi casi da Ostia si fa carne e sangue, tessuto cardiaco per la precisione, per nutrire la nostra fede incredula. Un ragazzino normale post Medioevo si occupa di queste cose?

Carlo Acutis era uno che aveva predetto la sua morte. Era uno intelligentissimo, a quanto si legge, un genio dell’informatica e pensava cose come: «Un piccolo essere si rivolge all’Essere. Un finito all’Infinito. Un momento all’Eterno. Un ignorante all’Onnisciente».

Anche santa Teresina avevano cercato di addomesticarla e farne un santino pucci pucci con le roselline, ma c’aveva visto meglio Giovanni Paolo I quando l’aveva definita una «mazza di ferro», lei che amava così tanto Giovanna D’Arco e aveva chiesto di morire come Gesù, fino a sentirsi abbandonata da Dio, fino a diventare quasi atea.

Carlo Acutis era uno pieno di allegria ma nelle sue meditazioni non mancava lo spazio per l’inferno e Fatima (oggi, 13 ottobre, è l’anniversario del miracolo del sole): «Se veramente le anime corrono il rischio di dannarsi, come le Scritture affermano, e in modo particolare la Madonna apparendo a Fatima nel 1917 ha confermato, mi chiedo il motivo per cui oggi non si parli quasi mai dell’inferno, perché è una cosa talmente terribile e spaventosa che mi fa paura il solo pensarci».

Carlo Acutis era uno che adesso c’ha il cuore intatto esposto in un reliquiario. Carlo Acutis era uno che sapeva quanto il bene, per farlo bene, si deve pagare: «Invocare Dio? Si fa presto a dire. Ci vuole tanta energia, fiducia, amore, assiduità, diligenza, sofferenza, se si vuole invocare con profitto il Signore. È vero, si può farlo spontaneamente, istintivamente, emotivamente, ma si corre il rischio di non riuscire. Si può fare un buco nell’acqua».

Carlo Acutis era un ragazzino normale nel senso che non ha vissuto trentasette anni seduto in cima a una colonna come san Simeone Stilita, ma non era un ragazzino normale nel senso che si comportava come tutti gli altri ragazzini: Carlo Acutis è sempre stato speciale, è un dono che il buon Dio c’ha mandato per darci (e soprattutto darmi) una svegliata. 

 

(Le cit. di Carlo Acutis le ho trovate su alcuni articoli di Aleteia in cui si fa riferimento al libro di Luigi Francesco Ruffato: Carlo Acutis. Adolescente innamorato di Dio).

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4 Comments

  1. Condivido pienamente le tue considerazioni Giuseppe.
    Credo comunque che coloro che definiscono Carlo Acutis una persona normale vogliano forse sottolineare anche un altro aspetto: non possiamo essere divini senza essere molto umani.
    La frase del Vangelo “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli” Mt. 5,48, non vuol dire siate impeccabili: modelli glaciali che si possono ammirare ma non si possono imitare, perché questo sarebbe disumano; significa invece siate pienamente uomini, secondo il progetto di umanità presente nella mente di Dio e che il peccato originale ha alterato, ma che la grazia consente di ricostruire. Carlo ha fatto esattamente questo: ha attinto pienamente alle fonti della grazia per diventare sempre più simile al suo modello prediletto.
    Un saluto

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    1. certo, hai perfettamente ragione. io, semplicemente, anche ascoltando la mamma di Carlo che racconta quanto fosse “speciale” fin da piccolo, ho voluto sottolineare la grazia che Carlo aveva (e sapeva dove andarla a “prendere”). Credo sia un dono di Dio e un messaggio per tutti noi oggi, legato in particolare all’Eucarestia, non semplicemente un ragazzino che si comportava come tutti gli altri e che quindi la porta per il Paradiso è un portone… rimane una porticina… bisogna farsi piccoli, ma tutti ci possiamo entrare… un abbraccio

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      1. Molto vero, hai centrato l’essenziale di Carlo Acutis, della sua grandezza, che resta un dono di Grazia, e della santità, che è sempre una “scelta” imperscrutabile e una chiamata che Dio opera tra i suoi figli. E se posso aggiungere, io sono convinta che Carlo sia proprio per l’oggi e per l’Eucaristia. Dio suscita i santi giusti al momento giusto.

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