di Marcella Manghi, autrice di “Mamma Mongolfiera …perché i figli crescono nonostante i genitori”

Il rumore del citofono è qualcosa di paralizzante, tipo allarme antitaccheggio all’Autogrill. Non per tutti, ma per molti. Quando suona il citofono, mio marito – anziché correre a rispondere – resta immobile. Con la sola roteazione oculare, ruba il mio sguardo e mi fissa come se io sapessi già-e-sempre chi è. Siccome io non mi scompongo, con una sfumatura d’ansia, passa a chiedere “Chi è?”. Lo fa con voce sicura, certa di trovare risposta, un po’ come un bambino che chiede alla mamma “che giorno è oggi?”. Non so cosa gli passi per la testa. Forse crede che nasconda piani segreti di visite, o perlomeno abbia fornito permessi precisi a chi può avvicinarsi all’abitazione, tipo frequentatori della Casa Bianca. Un mattino del fine settimana siamo in casa; lui, io, due figli, mentre un terzo è via fino a sera. Suona il citofono. Il collo gli scatta di novanta gradi verso la sedia che occupo. “Chi è?”. E qui non so cosa si aspetti, ma secondo me vede troppi film di spionaggio. Allora io rispondo “Oggi? È sabato”. Lui resta in silenzio, cerca di decifrare un significato in codice, mentre io aggiungo “È per me”. Ecco, oltre al mistero, la gelosia. Ignoro chi sia, ma afferro le chiavi e scendo. Torno un minuto dopo con una pesante rivista con non si sarebbe mai strizzata nella cassetta della posta. Lui riprende a respirare, rizza la schiena, alla fine tutto gli torna come nei migliori gialli alla Poirot. E lì si fa chiaro anche a me. In un mondo dove gli uomini programmano quando suonerà il telefono per la call, la sveglia al mattino, il timer del microonde…, quel rumoraccio freddo del vecchio aggeggio a muro rappresenta la sirena dell’incertezza. Non vogliono sapere chi è, vogliono sapere che noi abbiamo tutto sotto controllo. Come i valori del suo colesterolo, la cottura della pizza, i giorni del ciclo. Quando mio marito non risponde al citofono non è pigrizia, è celebrazione della mia importanza nel gestire lo spazio tra lui e il mondo. “Chi è?” è il nuovo “Ti amo!”.

 

Articolo uscito su Italians (Corriere.it)