di padre Maurizio Botta

La parola di Dio di oggi parla di battaglie. Quella visibile e impari tra Davide e Golia è divenuta proverbiale. Il salmo 143 prorompe da un contesto di battaglia. Il Vangelo, anche se non è descritta una battaglia fisica, è carico di tensione e di violenza, si conclude, infatti, così: E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Cristo apertamente sfida i suoi nemici, li affronta andando incontro alle conseguenze. Un cammino autentico di fede porta sempre in sé la necessità della battaglia. Non c’è un solo passo della parola di Dio che escluda questo serrato confronto con il male, contro nemici visibili e invisibili. Guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori. Il problema non è quindi il valore religioso del Sabato, ma quella interpretazione del Sabato che finisce per deformare le intenzioni di Dio. Il sabato è donato per fare memoria dell’alleanza con il Dio vivente. Il sabato vuol dire liberazione ricevuta dalla schiavitù, dai legami, dal male, dall’oppressione. La perversione trasforma questa norma nata per esaltare la libertà donata al popolo di Israele, in una schiavitù nuova. Divieto a liberare, quando si potrebbe farlo introducendo macroscopici controsensi. Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? La battaglia quindi è contro quelle azioni, quei pensieri che deformano il volto di Dio rivelato da Cristo. Meglio una mano inaridita che un cuore indurito. Una mano inaridita, addirittura il peccato, stimolano l’azione del Medico celeste, solo la durezza del cuore suscita in Gesù Cristo uno sguardo di indignazione e tristezza. Oggi come ieri.

 

Omelia del giorno tratta dal blog Cinque Passi al Mistero

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Ripassino al Vangelo di domenica con il commento di padre Maurizio Botta sul blog Cinque passi al Mistero

Il regno dei cieli è simile…

Gesù usa molte parabole per illuminare ora un particolare ora un altro di quest’unica realtà: il Regno dei cieli. Sono verità, dice il Figlio di Dio, nascoste fin dalla fondazione del mondo. Oggi il focus è su come Dio regni potentemente sul mondo, anzi su come Dio estenda sul mondo la Sua Regalità. Cominciamo dalle parabole sul granellino di senape e sul lievito.

Quello di senape è il più piccolo di tutti i semi, ma cresce in modo strabiliante tanto da diventare albero capace di reggere il peso di molti uccelli, cioè creature milioni di volte più grandi di lui.

Il Regno dei cieli è quindi potente come una realtà che appare minuscola, ma che ha al suo interno una straordinaria capacità di sviluppo legata alla presenza agente di Dio stesso. La regalità di Dio nella storia degli uomini sembrerebbe piccolissima, ma in realtà cresce sempre più in modo impercettibile. Attenzione, quindi, a valutare il Mistero con occhi da analista, con statistiche alla mano sulle presenze alla Messa.

Il lievito è, invece, un prodotto che manifesta una potenza straordinaria su una realtà circostante, la pasta, decisamente più grande  di lui. C’è una sproporzione immensa tra la quantità di lievito e la quantità di farina. Dio diventa Re della storia allo stesso modo, ha la forza di far lievitare la storia attraverso le sole poche anime in cui Egli regna come Signore incontrastato. Papa Benedetto XVI usò la bellissima immagine delle minoranze creative. La potenza di Dio nella storia umana sembra nascosta. È normale questa impressione di sentirci oppressi e schiacciati dalla pasta che ci stringe da tutte le parti.

In queste due parabole protagonista è il tempo. Il tempo da attendere per la crescita e il tempo necessario per una completa lievitazione. Anche nella terza parabola, quella del grano e della zizzania protagonista è il tempo.
Al cuore c’è un dubbio tante volte inespresso, ma che prima o poi in modo drammatico occupa il cuore dei veri discepoli.

Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo! E i servi gli dissero:“Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”.

Se nelle prime due parabole il tempo era quello necessario per la crescita e per la lievitazione, in questa parabola viene descritta la potenza regale di Dio, come la potenza di chi è lucido e paziente, di chi ha la forza di aspettare il momento giusto. Il tempo necessario, il tempo della maturazione, il tempo della mietitura. La zizzania non diventerà mai grano, anzi quando il grano crescerà tutto sarà evidente. Viene descritta la fragilità del male, la sua inconsistenza nel lungo periodo, la sua bruttezza che non può reggere il confronto con l’opera di Dio nella vite degli uomini che a Lui si consacrano interamente.

Significativamente nella vita di Cristo, alla fine, l’ultima e la più grande tentazione fu una tentazione di impazienza: “scendi dalla croce… sii impaziente!”. Così per noi. L’impazienza davanti alla presenza del male in noi e intorno a noi, quella voglia impaziente di sradicarlo con le nostre mani senza attendere che Dio lo bruci in noi con il suo Spirito. Io soffro perché sono impaziente. Noi tutti soffriamo perché siamo impazienti.

 

 

Di padre Maurizio Botta abbiamo l’onore di ospitare nella collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio“, edita da Berica Editrice, il libro “Cento minuti sul Vangelo. Per capire chi è Lui

Ripassino al Vangelo di domenica con il commento di padre Maurizio Botta sul blog Cinque passi al Mistero

Ci sono parole di salvezza per i vicini e parole di salvezza per i lontani.
Gesù rivolge parole agli aspiranti discepoli.
Gesù rivolge parole ai suoi discepoli sulla vita dei cosiddetti lontani, quelli che discepoli non sono.
Gesù anticipa che ci sono persone che pur non seguendolo sono capaci di gesti di accoglienza, di gesti di bontà, di gesti di delicatezza nei confronti dei suoi discepoli. Uomini e donne che capaci di riconoscere i veri discepoli, i veri profeti. A loro Gesù garantisce:

“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
 Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.

Ci sono uomini e donne che entrano nella Salvezza di Dio accogliendo i discepoli di Dio. Gesù dichiara, dunque, che esiste negli uomini e nelle donne la capacità di riconoscere il vero discepolo e il vero uomo di Dio, il vero profeta. Attenzione, quindi, se tutti ci respingono. Nel mondo il discepolo non trova solo persecuzioni o discepoli come lui, ma anche tanti gesti di bontà da parte di chi riconosce nella sua vita la presenza di Gesù.
Abbiamo poi le parole dette ai discepoli sulla loro vita di discepoli. Le condizioni per essere veramente discepoli, le caratteristiche del discepolato. Non sono parole immediatamente per tutti. Non tutti vogliono essere discepoli di Gesù. Le parole più esigenti nel vangelo sono per i discepoli.

“Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”.

La lettera ai Romani di oggi è per interpretare queste parole di Gesù.

“Egli morì al Peccato una volta per tutte;  ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio”.

Il Peccato è una legge terribile legata alla nostra carne. È  questa legge l’origine di tutti i peccati. È una sbarra che Cristo sconfigge in sé e che senza la sua vittoria affossa le nostre vite. Gesù ha combattuto contro questa misteriosa origine della violenza, della possessività, dell’egoismo, dell’abbruttimento, della noia pesante che è in noi. Cristo morì al Peccato, Cristo soccombe al Peccato, si lascia uccidere dal Peccato, dalla radice dei peccati come modalità  per vincerla definitivamente. Nel Battesimo ecco cosa ci è offerto.
Qual è il mistero che attraversa la vita del discepolo? Che cosa vive il discepolo?
Un’unione vitale con Gesù Cristo, vive della Sua Vita e partecipa della sua morte vittoriosa. Il rapporto più decisivo di ogni altro, fonte di libertà per vivere tutti gli altri senza possessività.

 

 

Di padre Maurizio Botta abbiamo l’onore di ospitare nella collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio“, edita da Berica Editrice, il libro “Cento minuti sul Vangelo. Per capire chi è Lui

Omelia di padre Maurizio Botta tratta dal blog Cinque passi al Mistero

“Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo…”

La presenza del sale perché il cibo ne benefici, esaltandone il gusto, non può che essere limitatissima. Così come la luce di una sola candela tremolante nel buio assoluto di una stanza è capace di illuminare moltissimo, in modo stupefacente. Così la luce di una città su un monte conforta il cuore di chi arriva da un deserto tenebroso già da chilometri di distanza. Qualche anno fa Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti ha tenuto un incontro all’Università di Firenze (qui il video) e rispondendo alle domande dei ragazzi ha parlato di un incontro riservatissimo, lui stava usando la parola segreto, tenutosi un anno prima, a cui erano stati invitati da una multinazionale della tecnologia informatica (probabilmente Google) le 80 persone più influenti, creative del pianeta. A un certo punto del suo intervento Jovanotti dice che ci sono persone che hanno la “visione”, persone che vedono più lontano e inevitabilmente sono esse e non i politici a orientare il futuro del mondo, a scegliere per gli altri.

La “visione” di Cristo che emerge dal Vangelo di oggi è molto differente. Cristo vede il mondo come un cibo bisognoso di sale e come una tenebra assetata di luce. Per Cristo  sono i suoi pochi veri discepoli, uniti a Lui in modo vivo, il vero sale e la vera luce del mondo. Per Cristo ad orientare un mondo insipido e tenebroso  sono i suoi pochi santi, da Lui santificati, non le lobby creative ed influenti. Gli ottanta omini ospiti di Google o chi per esso  hanno in realtà la visione più vecchia del mondo, la più “originaria”, simile al sibilo di un serpente strisciante: “Voi sarete come Dio…”

 

 

Di padre Maurizio Botta abbiamo l’onore di ospitare nella collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio“, edita da Berica Editrice, il libro “Cento minuti sul Vangelo. Per capire chi è Lui

(articolo di Giulia Tanel uscito su La nuova Bussola Quotidiana)

Dura pressoché il tempo di una partita di calcio, ma presenta alcune particolarità: a giocare siamo noi e non dei calciatori dai nomi famosi, come compagno di squadra abbiamo una Persona del tutto eccezionale e l’obiettivo della partita non è conquistare tre punti in classifica bensì aggiudicarsi la vita eterna.
Cento minuti sul Vangelo – Per capire chi è Lui: s’intitola così l’ultimo libro di padre Maurizio Botta, edito dalla Berica Editrice nell’ambito della collana UomoVivo (umorismo, vita di coppia, Dio).

L’Autore, padre Maurizio Botta, è un uomo con gli occhi innamorati di Dio. Membro della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, attualmente è Prefetto dell’Oratorio Secolare, oltre che viceparroco della Parrocchia di Santa Maria in Vallicella a Roma. Collaboratore dell’Ufficio Catechistico della Capitale, nella sua intensa giornata trova anche il tempo per gestire il blog “Cinque passi al Mistero”. Ed è proprio da questo blog – più precisamente dalla sezione “Un minuto sul Vangelo di oggi” – che ha origine il libro Cento minuti sul Vangelo, che altro non è che un organico collage, pur nella frammentarietà dei temi trattati, dei testi pubblicati quotidianamente in commento alle letture del giorno.

Nelle sue meditazioni, padre Botta parla al Lettore di Gesù, dei discepoli, del rifiuto di Dio, della Croce, della pace e della gioia, della preghiera, dei bambini, della Misericordia, degli angeli e dei demoni, della ricchezza, di Maria e delle pie donne e di molto altro…

Si tratta di temi capitali della vita di fede, la cui importanza non risulta affatto sminuita dallo stile comunicativo semplice e diretto che contraddistingue il predicare del padre oratoriano. Gesù è vero Dio e vero uomo e, proprio in quanto tale, è raggiungibile da tutte le persone che sono pronte a farGli spazio dentro di sé e a impegnarsi sulla via della santità. Una santità che non è riservata a pochi, ma che è per tutti: “Il santo – scrive infatti l’Autore – è un uomo che ascolta e custodisce con perseveranza nel tempo le parole di Dio. Resiste al calore infuocato durante le tentazioni perché sotto di lui c’è terra e le radici possono scendere a raggiungere la terra nera, fresca e umida.

Libera sopra di sé il suo campo dai rovi, cioè dalle preoccupazioni e dalle vanità che soffocano lo sviluppo del seme verso l’alto. Il santo stringe un legame con la persona di Cristo più decisivo e stringente di un legame di sangue”.

Un esempio di santità possibile lo troviamo nella figura di san Giuseppe, cui nel libro di Botta viene dedicato un capitolo chiamato “Bonus Track”, contenente la novena a lui dedicata, e che viene descritto come “maestro del silenzio, custode dell’adorazione, esperto dello stupore, guida nell’obbedienza alla Fede, custode della verginità non come castrazione, ma come atto integrale di Amore”.

Cento minuti non sono pochi, nella frenesia della quotidianità che spesso ci fagocita: “La realtà – scrive padre Botta – è che pregare e stare in silenzio è faticoso, occorre allenamento, occorre la pazienza che mettiamo per le cose in cui crediamo veramente. Non preghiamo perché non crediamo a Cristo e non ci fidiamo veramente di Lui. Si può stare in silenzio nella propria macchina, camminando per strada, un quarto d’ora intero al termine della giornata, o svegliandoti una mezz’ora prima di tutti alla mattina. Se credessi al Maestro lo faresti. È meglio dirsi la verità, se vedessi fino a che punto è questione di vita o di morte lo faresti. Lo faresti, se vedessi come l’aridità estenuante di centinaia di tuoi discorsi vuoti e insulsi è perché mai ti fermi a lasciarti fecondare dall’Alto” (p. 128).

In questo tempo di Quaresima, dunque, Cento minuti sul Vangelo è un libro che può aiutare a fermarsi e a volgere lo sguardo all’Amato quale preparazione alla Santa Pasqua di Risurrezione del Signore e nella certezza – come hanno scritto i nostri fratelli cristiani sul presepe allestito nei campi profughi – che “Home is where Jesus is”.

L’ultimo libro uscito nella collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio”, edita da Berica Editrice, ha il sapore della radicalità e della fede vissuta fino in fondo. “Cento minuti sul Vangelo. Per capire chi è Lui”, di padre Maurizio Botta, è un corpo a corpo con la Parola senza finzioni. L’autore, sacerdote della parrocchia di Santa Maria in Valicella a Roma noto per i suoi incontri “Cinque passi al mistero” e per il seguitissimo blog che porta lo stesso nome, ci accompagna in un viaggio al centro del Vangelo con un linguaggio diretto e contemporaneo, che può arrivare a tutti ma che non rinuncia per questo alla bellezza, all’intensità e alla verità della “buona notizia”.

“Io voglio questa buona notizia, solo questa. Io voglio essere regnato da Dio. Io voglio avere Dio per Re. L’unica cosa che mi interessa. Per nient’altro vale la pena vivere.”

Padre Maurzio Botta cerca di restituire il vero volto di Gesù, la Sua vera identità, troppe volte distorta, impoverita. Il Gesù del Vangelo, invece, non può che affascinare per la portata del Suo messaggio e dei Suoi gesti. Ognuno poi può decidere di accoglierlo o di rifiutarlo, in piena libertà.

“C’è un invito rifiutato, un’indelicatezza profonda, un anteporre cose buone e lecite all’immensità del Dono. Ancora una volta una libera scelta. Il problema è che c’era la Roma…”

Il volume, nato in seguito a uno di quegli incontri difficili da definire “casuali” (raccontato nell’introduzione), raccoglie una selezione ragionata degli scritti di padre Maurizio Botta usciti negli ultimi anni nel web. Quello che ne viene fuori è un libro da leggere e rileggere, sottolineare, meditare, da tenere accanto al Vangelo come aiuto per coglierne con umiltà i significati più profondi, per entrare sempre più nel mistero.

“I ‘minuti’ di padre Maurizio sul Vangelo, su Gesù, non potevano rimanere lì, nel suo blog, o in una serie di condivisioni su Facebook, che il più delle volte durano il tempo di un clic. Questo rapporto così vivo e pieno di amore che emerge fra padre Maurizio e Gesù, e Sua Madre, e la Chiesa, non poteva rimanere digitale. Questa fede così incarnata, così fisica, anche quando si esprime in parole, doveva finire su carta. Avere questo libro fra le mani può aiutare tanto, di questo ne sono convinto, e può aiutare tanto soprattutto i più giovani, perché riescano a fare qualche passo in più verso quel Dio che si è fatto uomo per avvicinarsi a tutti loro. A tutti noi.”

(dall’introduzione di Giuseppe Signorin, curatore della collana UOMOVIVO)

 

“Cento minuti sul Vangelo” è disponibile in formato cartaceo e digitale presso lo shop online di Berica Editrice, Amazon e altri store digitali, oppure si può ordinare direttamente in libreria.