di Anita Baldisserotto (autrice della parte bella di Mienmiuaif Cake. Il libro che non ti insegna a cucinare)

Da quando è iniziato il mio cammino di conversione, è avvenuto in me un graduale cambiamento interiore che mi ha portato a vedere le cose diversamente, a vagliare ogni aspetto della mia vita e a fare scelte totalmente diverse, rispetto alle mie consuetudini, scelte quasi assurde, che non avrei mai fatto se non avessi incontrato Gesù. È Lui il motivo di tutto. Fin da subito non riuscivo a comunicare quanto stavo scoprendo alle persone che avevo intorno. Mi sentivo un UFO (non un gufo ma uno di quegli oggetti volanti non ben identificati).

Io e mio marito parliamo in italiano, fra di noi, ma ci piace usare ogni tanto delle frasi in dialetto veneto, così, per ridere. Una è “credeghe ai UFO” (che mio marito trasforma nel suo inglese: “believe in the UFO“). Il significato è piuttosto intuitivo… Comunque, non che io mi sia mai tanto sentita integrata socialmente, magari con certe persone di più, ma sempre facevo lo sforzo di appartenere a qualche gruppo comportandomi in modi che avrei preferito evitare. Per cui in realtà mi sono sempre sentita fuori dal coro, solo che non avevo motivo di fare un passo e cantare qualcosa di diverso. Quando ho incontrato Gesù, ho trovato anche il motivo, e così ho cercato insieme a mio marito di usare la creatività come linguaggio per dire alle persone quanto stupefacente fosse vivere con questo Gesù e anche rassicurarle che stavamo bene. Sposandomi a 23 anni ha scioccato infatti più di qualcuno… (Cantare i pezzi un po’ demenziali dei Mienmiuaif non ha rassicurato proprio tutti, ma le intenzioni erano buone…).

Ancora, però, mi rimane la sensazione di essere un UFO, perché quasi nessuno, ormai, almeno della mia generazione, crede in Gesù, tanto meno nella Chiesa, e a volte mi pare che tutto remi contro. Vado a Messa durante la settimana o al sabato sera con la mia crew di adorabili vecchiette (e qualche vecchietto) ed è palese quanto io sia un UFO. Ma allo stesso tempo non sapete quanto questo mi “gasi”. Mi fa sentire un’eroina di un film apocalittico dove sembra che sia tutto perduto, ma poi Gesù e Maria e tutto il Cielo ribalteranno le cose (sto guardando la serie di Star Trek, incide pure questo mi sa….).

E poi a Messa ci porto tutti quelli che conosco, tutto il mio liceo, i compagni di classe delle medie, delle elementari, dell’asilo, dell’università, ogni amica che ho e ho avuto, la mia famiglia, ogni parente, conoscente, chi mi scrive su Instagram e YouTube, li metto tutti lì e chiedo a Dio di entrare nel loro cuore e che loro possano rispondere «sì», anche fosse all’ultimo istante e che possiamo essere tutti insieme un giorno in Paradiso uniti a Dio for the eternity.

Dai profili social della cantante dei Mienmiuaif, continuiamo a condividere anche qui le traduzioni che Anita – quasi madre lingua inglese – sta facendo di alcuni post di Lillian Fallon, una ragazza di Filadelfia che ha “inventato” una nuova branca della teologia: la Teologia dello Stile! (Anita ne aveva già parlato in un suo video di qualche tempo fa, lo trovate a questo link)

Lo stile, ce l’hai o non ce l’hai. Questa è una bugia a cui molti credono. Il concetto di stile personale viene comunemente frainteso, come se fosse una qualità che si ha o meno dalla nascita, quando in realtà è qualcosa che tutti possediamo. Si tratta solo di svilupparlo.

Essere “stilosi” viene spesso confuso con essere “alla moda”, quindi diventa poco interessante per chi non volesse seguire le tendenze o manifestare il proprio “status” tramite i vestiti.
 Ma il vero significato dello stile è questo: vestirsi in un modo che esprima al meglio la nostra dignità intrinseca e riveli la bellezza unica che abbiamo come persone irripetibili, sia nel corpo che nell’anima.

Uno dei concetti che preferisco della Teologia dello Stile è la possibilità di rendere visibile l’invisibile. Esattamente quello che diceva san Giovanni Paolo II: il corpo rende visibile l’invisibile. Per me è incredibile che zone altrimenti invisibili della nostra anima diventino visibili tramite l’espressione fisica. Piccole scelte di stile, in apparenza insignificanti, sono in grado in realtà di rivelare parti nascoste della nostra persona.

Anni fa mi sono imbattuta in una camicetta hawaiana vintage. Nell’istante stesso in cui l’ho adocchiata sull’appendiabiti, ho capito che quel capo esprimeva “me stessa”. Dalla brillante tonalità blu polvere, all’originale stampa floreale fino al collo alla coreana: era la camicia “LILLIAN”.

Ma cosa significa? Che cos’è questo “me stessa”? Per alcuni è la personalità, lo spirito, ecc. Come cattolici, ne parliamo in termini di “anima”. È ciò che ci definisce come individui distinti al momento del concepimento. È la nostra essenza, la nostra unicità. Ciò che dà vita ai nostri corpi e forma alla nostra persona.

Scoprire quei vestiti che riflettono l’irripetibile “te stessa” è qualcosa di speciale e unico, qualcosa che riguarda la bellezza in relazione all’espressione della propria anima. Significa trovare una corrispondenza. Abiti che si abbinano alla propria anima.

Per chi volesse, il profilo di Lillian su Instagram è a questo link: https://www.instagram.com/lillian_fallon/

Dopo il video in cui pregavo i misteri della gioia del Rosario mi avete chiesto di fare anche gli altri misteri 🙂 in super ritardo ecco a voi un video essenziale che spero possa esservi di aiuto. Si può ascoltare mentre si lavano i piatti, mentre si guida la macchina o si prepara la cena, negli auricolari camminando per strada ed è anche un po’ un modo per pregare insieme.

Video misteri della Gioia qui: https://www.youtube.com/watch?v=XVKCF…

Anita

Nuovo video della cantante dei Mienmiuaif sul suo canale YouTube! Lo trovate a questo link 🙂

Anita si trasforma in Chiara Ferragni e vi porta a fare shopping con lei (“in un video molto improvvisato just for fun!”, dice lei, di madre lingua inglese).

Al termine viene dimostrato il teorema dello pseudo chitarrista secondo cui lo shopping fa male alla salute 😎🕺💃

Dai profili social della cantante dei Mienmiuaif, continuiamo a condividere anche qui le traduzioni che Anita – quasi madre lingua inglese – sta facendo di alcuni post di Lillian Fallon, una ragazza di Filadelfia che ha “inventato” una nuova branca della teologia: la Teologia dello Stile! (Anita ne aveva già parlato in un suo video di qualche tempo fa, lo trovate a questo link)

Quando pensiamo alla “moda” immaginiamo film come Il diavolo veste Prada e un mondo esclusivo pieno di costosi abiti di design di lusso realizzati per le passerelle, i tappeti rossi, gli editoriali e le alte sfere. Quando pensiamo allo “stile”, immaginiamo donne come Audrey Hepburn, Jane Birken e Iris Apfel. La differenza è proprio qui.

Quando pensiamo alla moda, pensiamo a un’industria. Quando pensiamo allo stile, pensiamo a una persona. La moda sono i vestiti. Lo stile è chi li indossa. Lo stile riguarda la persona umana.

La moda stordisce. Lo stile delizia.

La moda costa. Lo stile non ha prezzo.

La moda cambia. Lo stile si evolve.

La moda è superficie. Lo stile è anima.

La moda viene dall’esterno. Lo stile viene da dentro.

La moda è consapevole di sé. Lo stile è sicuro di sé.

La moda è letterale. Lo stile è originale.

La moda è riproducibile. Lo stile è inimitabile.

La moda è in questo momento. Lo stile è per sempre.

La moda limita. Lo stile libera.

La moda è un’industria. Lo stile è la persona umana.

 

Per chi volesse, il profilo di Lillian su Instagram è a questo link: https://www.instagram.com/lillian_fallon/

Dai profili social della cantante dei Mienmiuaif, continuiamo a condividere anche qui le traduzioni che Anita – quasi madre lingua inglese – sta facendo di alcuni post di Lillian Fallon, una ragazza di Filadelfia che ha “inventato” una nuova branca della teologia: la Teologia dello Stile! (Anita ne aveva già parlato in un suo video di qualche tempo fa, lo trovate a questo link)

”Sono solo vestiti, sono davvero importanti? Non è meglio non pensarci affatto? A volte mi vengono questi pensieri, come probabilmente accade anche a voi. “Non sarebbe meglio indossare il primo abito pulito che ci capita fra le mani? Non sarebbe moralmente più giusto non interessarsi affatto ai vestiti, vista la loro natura solo materiale?”

Ma allora, cosa dire di un sorriso? E le lacrime? E una risata? Non sono importanti? Sono espressioni dell’anima che si “materializzano” nel corpo, comunicano la nostra umanità. Pensiamo a come una semplice espressione del viso può rivelare i nostri sentimenti più profondi. È la materialità del corpo che esprime l’essenza del nostro essere a chi ci circonda, comunicando non verbalmente chi siamo, a livello micro come individui, ma anche a livello macro come esseri creati a immagine di Dio. La materialità del corpo è necessaria per questa comunicazione.

San Giovanni Paolo II ha insegnato: “Il corpo manifesta l’anima”. E la stilista Rachel Zoe: “Lo stile è un modo per dire chi sei senza dover parlare”. Sebbene queste citazioni provengano da due persone molto diverse, entrambi i loro messaggi hanno a che fare con il linguaggio non verbale della persona.

La materialità dei nostri vestiti fa parte dell’espressione materiale dell’anima attraverso il corpo. Lo stile, come il corpo, comunica un linguaggio non verbale, raccontando la storia di chi siamo e da dove veniamo.

Chiunque abbia indossato un vestito in grado di esprimere la propria particolare bellezza, che gli è stata donata da Dio, conosce il potere della comunicazione attraverso l’abbigliamento. Alla fine, lo stile è una lingua che parliamo tutti.

Per chi volesse, il profilo di Lillian su Instagram è a questo link: https://www.instagram.com/lillian_fallon/

Dai profili social della cantante dei Mienmiuaif, condividiamo anche qui le traduzioni che Anita – quasi madre lingua inglese – sta facendo di alcuni post di Lillian Fallon, una ragazza di Filadelfia che ha “inventato” una nuova branca della teologia: la Teologia dello Stile! (Anita ne aveva già parlato in un suo video di qualche tempo fa, lo trovate a questo link)

Ciao! Sono Lillian Fallon, per chi di voi non mi conoscesse, sono la ragazza della “Teologia dello Stile”! Da anni la mia missione è esplorare il rapporto tra corpo e anima attraverso i modi in cui le persone esprimono se stesse con il loro “stile personale”. Tutto è iniziato sei anni fa, durante il mio ultimo anno al college, quando ho seguito un corso di TOB (Teologia del Corpo di san Giovanni Paolo II). Stavo leggendo la spiegazione di san Giovanni Paolo II sull’inseparabilità del corpo e dell’anima: “Il ‘corpo’ rivela l”Anima vivente’ che l’Uomo è diventato quando Dio-Jahvè ha soffiato in lui la vita”. Una frase che mi ha colpito come una tonnellata di mattoni in testa.

Per anni ho pensato che il mio interesse per lo stile e la moda fosse frivolo e materialista. Ma lo scritto di san Giovanni Paolo II mi ha fatto venire in mente una cosa: “Se il corpo e l’anima sono inseparabili e il corpo manifesta l’anima, le cose che indossiamo possono agevolare questa manifestazione”. Inoltre, le cose che indossiamo sono un segno tangibile della relazione tra il corpo e l’anima: non è incredibile? Lo stile personale è molto più che una semplice questione di “vestiti”: è parte dell’espressione della persona umana.

A partire da quel corso provvidenziale, aiutare le donne a capire ed esprimere il modo unico in cui sono state create a immagine di Dio attraverso uno stile personale, è diventata la mia missione. Mi occupo con passione di questo argomento da anni: come redattrice di Verily Magazine, come speaker in diversi convegni, come scrittrice freelance e ora su Instagram.

Sento con chiarezza che questa è la missione che Dio mi sta chiamando a vivere. È l’unica cosa che mi dà fervore e mi spinge a lavorare sodo ogni giorno. Sono alle prese con un libro su questo argomento e voglio anche iniziare a portare questo genere di contenuti sulla mia pagina attraverso servizi fotografici, tutorial, video, riflessioni centrate sulla Teologia del Corpo e altro ancora. Questo argomento è così vicino e caro al mio cuore e non vedo l’ora di vedere dove Dio mi porterà.

Per chi volesse, il profilo di Lillian su Instagram è a questo link: https://www.instagram.com/lillian_fallon/

Nuovo video della cantante dei Mienmiuaif sul suo canale YouTube! Lo trovate a questo link 🙂

Ho trovato su Instagram il profilo di Lillian Fallon, una ragazza americana che ha ideato il termine “Teologia dello stile” e applica concetti della “Teologia del corpo” di San Giovanni Paolo II allo stile personale nel vestire. L’ho trovata così interessante che volevo farvela conoscere! Lillian suggerisce che lo stile personale aiuta a rendere visibile l’interiore, a unificare l’anima e il corpo così da mostrarci come persone uniche e fatte a immagine di Dio. Fatemi sapere cosa ne pensate!!

Anita

Nuovo video della cantante dei Mienmiuaif sul suo canale YouTube! Lo trovate a questo link 🙂

Ieri ho avuto modo di confessarmi dopo i mesi di lockdown e mi ha fatto così bene che ho pensato di fare un video in cui racconto la mia esperienza sul sacramento della confessione, come ho ricominciato a confessarmi a 22 anni (dopo 7 anni lontana dalla religione cattolica), le domande guida che utilizzo per prepararmi e la commozione che vivo quando il sacerdote mi assolve in persona christi. Spero possiate sperimentarla anche voi!

Anita

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Come ho capito la mia vocazione? É una domanda che mi ha fatto suor Claudia dal Messico, una suora che è stata in Italia molti anni e mi ha chiesto di farne un video: lei stessa mi tradurrà in spagnolo alle ragazze del suo corso di discernimento. Per rispondere a questa domanda ho raccontato la mia conversione, perché è quando ho scoperto che Dio esisteva, mi ha pensata e amata da sempre che gli ho chiesto qual era il suo progetto per la mia vita. Preghiera, sacramenti e castità hanno fatto luce così ho sentito che Dio mi chiamava al matrimonio con Giuseppe. La mia scelta felice!

Anita