“VergoÑati” dal Profeta Amos
Mi stavo giusto chiedendo perché i ragazzi di oggi non siano mai contenti. Esco ogni sera, parlo ogni giorno, infastidisco metà mondo e mi chiedo perché la gente non sia felice.
Puoi “intortare” le persone finché vuoi, ma la faccia e soprattutto gli occhi parlano chiaro e la gente si accorge se non sprizzi di felicità.
E poi ci si racconta storie a se stessi, del tipo “è una cosa che si deve passare per arrivare a capire”, ma a capire cosa? Che stai seguendo una via che non porta a niente?
Citando Forrest Gump, “mamma diceva sempre” (nel senso che mia mamma mi ha sempre detto) che se una strada non rende felici, è il caso di girare le spalle e andare dalla parte opposta.
Il succo, in vicentino, è questo: “se non te sté ben, non ze la to strada” (senza far sentire la “l” perché siamo di Vicenza Est)”.
Poi io da bravo alunno ne ho fatto un discorso filosofico e gli ho dato un nome: “conversione”. Convertire, dal latino convertĕre, che significa «rivolgere, piegare, convertire» – in parole povere girarsi dall’altra parte.
La mia buona madre con una frase così semplice mi aveva spiegato il senso di tutto.
Il problema delle persone in questo momento è che sono così concentrate a guardarsi il proprio naso che non vedono cos’hanno di fronte.
“Il mondo, amici miei, è senza speranza”. Come dare torto a un’affermazione del genere se la speranza ci è stata tolta?
Viviamo in un mondo malatissimo: vivere per certe persone fa male, vi rendete conto? E la società amplifica questa situazione, questa bugia.
Sarà anche un discorso medievale e da illusi per certi ma se al mondo togli la speranza che ci sia Qualcuno che pensa a te, come puoi sopravvivere quando sei solo e pensi di essere nella pupù? Chi chiami?
Una volta, una frase che mi rappresentava bene era “no future for me”, dei Sex Pistols. Ho vissuto parecchi anni con il prosciutto davanti agli occhi, come dice il mio amico macellaio, ma adesso c’è hope!
La fine non è vicina, saluti compagni cattoanarchici!