L’equazione essenziale

“Meteo di coppia” di Daniele Chierico

Il caldo opprimente di questi giorni mi ha fatto pensare a un luogo che ogni uomo nella propria vita deve, primo o poi, visitare: il deserto. Il caldo, le distese di sabbia a perdita d’occhio, la quasi totale mancanza di flora e di fauna (non solo quella “animale”), in una parola: la solitudine. Nella solitudine del deserto perdiamo noi stessi e ritroviamo Cristo. Ritrovato Lui possiamo tornare nella nostra vita quotidiana carichi di nuova energia.

Da fisico, mi piace riassumere i concetti in equazioni matematiche. Pensiamo alla semplice equazione della relatività ristretta di Einstein: E = mc2, dove “E” sta per energia emessa o contenuta in un corpo, “m” per la massa considerata e “c2” per la velocità della luce al quadrato. Bene, ora provo invece a riassumere in un’equazione simile quello che ho spiegato a parole nelle prime righe: E = mC3, dove “E” sta per energia contenuta in noi, “m” per la nostra massa e “C” per la Luce di Cristo al cubo (Padre, Figlio e Spirito Santo).

Come potete vedere sono due equazione semplici ed eleganti ed entrambe hanno portato una novità sconvolgente: una in campo fisico, l’altra nell’intera sfera (fisica e spirituale) dell’umano. In entrambe le equazioni ritroviamo secoli e secoli di studi scientifici e filosofici. Grazie alla “luce” emanata da entrambe possiamo venire a conoscenza di tutti i misteri dell’universo. Sono equazioni essenziali!

Se vogliamo ricavare questa energia quindi abbiamo bisogno di conoscere la sua fonte. La fonte è Dio, che attraverso Cristo arriva a noi sotto forma di Spirito Santo. La massa, anche se fosse molto piccola, moltiplicata per l’infinito ci darebbe infinito, quindi infinita energia. Ma dove lo troviamo questo infinito? Avete presente la notte di San Lorenzo, che guarda caso si avvicina? Se vogliamo guardare le stelle e l’infinito universo, ci allontaniamo dalla città e ci dirigiamo in campagna o in qualunque luogo deserto che sia lontano dall’inquinamento luminoso. Nella vita spirituale dobbiamo fare lo stesso, allontanarci da ciò che può inquinarci il cuore: distrazioni, divertimenti, compiti… che non ci fanno scorgere l’infinito. Se ci riusciamo, se troviamo il deserto nel nostro cuore, abbiamo trovato Cristo.

A volte siamo così assorbiti dalla vita quotidiana da non accorgerci che il livello della nostra batteria è ormai prossimo allo zero. Avete presente i segnali che il nostro portatile ci dà, quando la batteria sta per scaricarsi? Tante volte mi è capitato di dire: “Ancora l’11%, posso lavorare, perché mi avvisa ora?” E puntualmente il pc finiva per andare in stand-by.

Stand-by è l’azione che il pc puntualmente ci obbliga a subire quando non ascoltiamo i suoi avvisi. Qualcosa di analogo succede con Dio. Quando non ascoltiamo i numerosi mayday che puntualmente ci manda, quando addirittura, nella nostra infinita superbia, li rifiutiamo, Lui ci viene in soccorso mandandoci in stand-by. Letteralmente Dio ci spegne momentaneamente! Se abbiamo una relazione malsana, che ci sta portando alla morte fisica e spirituale, Lui ce la toglie; se abbiamo un lavoro, che finisce per bruciare tutto il nostro tempo, rubandoci energie e abbeverandosi del nostro sangue, Lui ce lo toglie. E così stacca la spina a tutte quelle cose che potrebbero finire per portarci alla tomba. Paradossalmente è un Dio a favore dell’eutanasia: non quella che porta la morte, però, piuttosto quella che ridona vita.

Davanti allo stand-by forzato del pc mi capita anche di arrabbiarmi: “Porca miseria… avevo quasi finito!” Ma quanto sono stupido? E così davanti a un Dio che per estremo amore ci spegne momentaneamente, la nostra infinita stupidità ci porta a prendercela proprio con Lui.

Se non cerchiamo il deserto, ecco che allora il deserto cerca noi; proprio come in questi giorni di caldo africano. E allora nella nostra vita di coppia sfruttiamo anche i momenti di deserto, di incomprensione, addirittura di momentaneo allontanamento, perché in quei deserti potremmo trovare Cristo! E se veramente Lo troviamo e Lo accogliamo nel nostro cuore, sarà poi la centrale nucleare da cui attingere energia “fino a che morte non ci separi”.

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